Il 22 novembre 2014 ci lasciava Livio Rosati, un figlio di Corropoli che ha fatto molto per il suo paese natìo.
Nato in una casa contadina posta sulla collinetta che sorge di fronte alla chiesa di San Donato, fin da piccolo dimostra di non amare i lavori di campagna e ad essi preferisce quelli artigianali inerenti la lavorazione del legno. Diventa falegname.
Con l'avvento del boom economico si propone come commerciante di mobili.
Nella terza parte della sua vita ritornerà alla sua primitiva passione rivelandosi un fine restauratore.
Nel contempo dimostra molteplici interessi: la fotografia, il collezionismo, l'archeologia e la musica (era un appassionato suonatore di ddu bott' con cui rallegrava i pomeriggi domenicali del Club dei Pensionati, che aveva fondato).
Il merito più grande, a nostro avviso, è stata la riparazione - a sue spese - del pericolante tetto della chiesa di San Donato.
Nato in una casa contadina posta sulla collinetta che sorge di fronte alla chiesa di San Donato, fin da piccolo dimostra di non amare i lavori di campagna e ad essi preferisce quelli artigianali inerenti la lavorazione del legno. Diventa falegname.
Con l'avvento del boom economico si propone come commerciante di mobili.
Nella terza parte della sua vita ritornerà alla sua primitiva passione rivelandosi un fine restauratore.
Nel contempo dimostra molteplici interessi: la fotografia, il collezionismo, l'archeologia e la musica (era un appassionato suonatore di ddu bott' con cui rallegrava i pomeriggi domenicali del Club dei Pensionati, che aveva fondato).
Il merito più grande, a nostro avviso, è stata la riparazione - a sue spese - del pericolante tetto della chiesa di San Donato.
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