Oggi è San Rocco.
A Corropoli, c'è l'oratorio di San Rocco ("La Cona") e c'è anche questo edificio, che fu dedicato a san Rocco, e che oggi risulta chiuso da serrande e ci si passa davanti prima di varcare l'arco che immette nel centro storico di Corropoli.
A Corropoli, c'è l'oratorio di San Rocco ("La Cona") e c'è anche questo edificio, che fu dedicato a san Rocco, e che oggi risulta chiuso da serrande e ci si passa davanti prima di varcare l'arco che immette nel centro storico di Corropoli.
Rispetto alla cinta muraria (in cui è innestato) è stato costruito molto tempo dopo. Fu edificato a metà del XIX secolo per essere adibito a chiesa. A testimonianza di questa tesi rimane la nicchia angolare esterna che ospitava la statua di San Rocco, protettore dal terribile flagello del colera.
Fu durante questo tipo di epidemia (che mieté numerose vittime, tra cui Beniamino Manoja, il medico del paese) che si pensò di costruire un luogo sacro fuori le mura per evitare che il contagio si propagasse all'interno del centro abitato.
I contadini, infatti, dalle campagne accorrevano numerosi nella chiesa del paese per invocare la grazia di essere preservati dalla pestilenza.
Il piccolo edificio sacro nel corso dei decenni ha perso la sua funzione originaria. Nella seconda metà del 1900 è stato adibito a negozio di tessuti (gestito dai fratelli Novello e Serafino Michetti prima e da Umberto Capasso poi).
In tempi recenti viene utilizzato come garage.
Testimonianza verbale di Michele Cornacchia.
Fu durante questo tipo di epidemia (che mieté numerose vittime, tra cui Beniamino Manoja, il medico del paese) che si pensò di costruire un luogo sacro fuori le mura per evitare che il contagio si propagasse all'interno del centro abitato.
I contadini, infatti, dalle campagne accorrevano numerosi nella chiesa del paese per invocare la grazia di essere preservati dalla pestilenza.
Il piccolo edificio sacro nel corso dei decenni ha perso la sua funzione originaria. Nella seconda metà del 1900 è stato adibito a negozio di tessuti (gestito dai fratelli Novello e Serafino Michetti prima e da Umberto Capasso poi).
In tempi recenti viene utilizzato come garage.
Testimonianza verbale di Michele Cornacchia.
Dopo michetti Novello e Sersfono, per un periodo di tempo, nel locale venne aperto un negozio di abbigliamento, gestito da Capasso Umnerto
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