giovedì 31 ottobre 2024

UN NOBILE A CORROPOLI


Il nobile di cui parliamo è il barone Fabrizio Sanità, scomparso a Roma all'età di 80 anni. Ultimo discendente in linea diretta di una famiglia nobile di Sulmona.
Sua madre, Beatrice Cerulli-Irelli, aveva a Corropoli una vasta proprietà terriera (fattoria del Gamberone) e Fabrizio per molti anni ne fu l'amministratore.
Seppure barone, non ostentava superiorità, anzi si mischiava tranquillamente tra il popolo. Personalmente l'ho incontrato parecchie volte nella chiesetta campestre di San Donato dove veniva per la messa domenicale con la moglie e una manciata di pargoletti.


2 commenti:

  1. VOGLIO RACCONTARE UN EPISODIO CHE DIMOSTRA LA GRANDE UMANITÀ DI FABRIZIO SANITÀ
    negli anni 70, in seguito ad una forte siccità, il “LAGO DI CERULLI” si prosciugò; in esso rimase solo fango, con un’infinità di anguille e capitoni.. Il lago divenne meta di tantissimi pescatori che entravano a piedi nudi nel fango per catturare le anguille. Nel fango c’erano anche cocci di vetro, per cui l’incolumità dei pescatori era pesantemente compromessa. Di questo, Granchelli Umberto diede notizia Fabrizio Sanità in quanto, all’epoca era suo amministratore (””LU FATTOR “””). Appresa la notizia, Fabrizio si recò personalmente, insieme al suo “””FATTORE””, presso il lago ed invitò, energicamente i pescatori ad uscire dal fango informandoli sul pericolo che stavano correndo. Fra tutti quelli che uscirono ce ne fu uno di indole violenta. Questo, appena uscito dal lago inveì contro Fabrizio con parole offensive, dicendogli che stava pescando per sfamare i suoi figli. Dopo di che. gli tirò in faccia un grosso capitone sporco di melma. Fabrizio e Granchelli si recarono subito presso la caserma dei carabinieri di Corropoli riferendo sull’accaduto. Al che partì subito l’appuntato PACI Filippo, con la macchina di servizio, recandosi presso il lago dove rintracciò l’autore del fatto, portandolo in caserma. Qui Fabrizio venne informato il reato commesso nei suoi confronti sarebbe stato perseguibile solo se lui avesse sporto querela nei confronti di chi aveva commesso il fatto. Il “”FATTORE”” lo invitò a querelare il violento pescatore. E qui viene fuori la grande umanità di Fabrizio. Non sottoscrisse nessuna querela dicendo a Granchelli ed ai carabinieri: “””E’ UN POVERACCIO, LASCIATELO ANDARE””
    Quest’uomo, come giustamente tu dici, Umberto, SEPPURE BARONE NON OSTENTAVA LA SUA SUPERIORITA’. L’ho visto parecchie volte venire a Corropoli con la sua “vespetta” ed amava intrattenersi con le persone che incrociava.
    E’ STATO UN “BARONE” CON IL CUORE GRANDE.
    Ho potuto raccontar i fatti citando i particolari in quanto, all’epoca ero molto “vicino” alla Caserma dei Carabinieri

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  2. GRANDE FABRIZIO. NON SI E' MAI SENTITO UN NOBILE, MA UNA PERSONA COME TANTE. UN ESEMPIO CHE TUTTI I NOBILI DOVREBBERO AVERE COME MODELLO COMPORTAMENTALE NEL VIVERE QUOTIDIANO...............RIPOPSA IN PACE CARO FRABRIZIO CHE DIO TI RENDA MERITO PER L'UMILTA' CHE HA CARATTERIZZATO LA TUA VITA TERRENA, SEMPRE VICINO AGLI ""ULTIMI"" CON I QUALI TI SENTIVI A TUO AGIO, PARLANDO IL LORO LINGUAGGIO.

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