sabato 31 agosto 2024

ANDIAMO A MIETERE IL GRANO


E' giugno. Il grano è maturo. E' necessario mieterlo. Il lavoro meccanizzato non è abbastanza diffuso e non alla portata di tutti. Allora si organizza il gruppo e tutto viene fatto a mano, di solito con la falce... ma il giovanotto sulla destra stringe tra le mani un falcione; un passo avanti nell'evoluzione della mietitura.
La foto potrebbe risalire agli anni '50/'60. E' stata scattata su un campo della famiglia contadina dei Tav'lett' (Graziaplena) e la prima persona a sinistra ci sembra proprio Carino Graziaplena.
Cerchiamo conferme.

7 commenti:

  1. Sono una persona di una certa età. Ricordo che negli anni '50, nelle nostre zone venivano i mietitori dalla montagna. Con le spighe mietute, venivano fatti "LI MANUCCHI'E", legati con i "VAZZ" fatti con le spighe. I mietitori facevano la legatura usando un piolo di legno. Con "LI MANUCCHI'E" venano poi fatti i covoni, chiamati "CAVELLETT". I covoni venivano, poi, rigirati varie volte perché il grano seccasse per bene. Dopodiché c'era "LU RRTRAIA?", cioè il grano veniva, con il carro trainato dalle mucche, veniva portato all'aia e fatta la SERRA, quindi veniva contattato il proprietario della TREBBIA, per fissare l'appuntamento per la trebbiatura. Ci sarebbe ora da descrivere l'arrivo della trebbia e di tutta la fase della trebbiatura. Sarebbe un discorso lungo ed interessante, ma preferisco fermarmi qui. Questi sono bei ricordi!!

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  2. SC Group è desideroso di conoscerti e di essere aiutato in questa ricostruzione di un passato faticoso ma sereno. Visto l'uso delle parole in dialetto sei di queste parti e non è la prima volta che ci fai apprezzare le tue precisazioni.
    Se vuoi restare anonimo non abbiamo niente in contrario... ma non farci mancare i tuoi nostalgici interventi. Ricordo il modo (abile) di legare li manucchi'e, ma non ricordo assolutamente il termine vazz.
    Comunque se vuoi metterti in contatto con il gruppo puoi mandare una mail a umbertopompilii@hotmail.it
    Grazie.

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    1. in precedenza ho pubblicato un altro commento sulle varie fasi della trebbiatura. Arei piacere di rivederlo, a non riesco a trovare il post sul quale risulta pubblicato. Potresti, cortesemente, indicare il corrispondente link per la sua visualizzazione? GRAZIE

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  3. “”LU VAZZ” era una specie di corda per legare “”LI MANUCCHI’E””
    Il mietitore lo realizzava in questo modo: con la falce, facendola aderire al massimo a terreno, tagliava dei mazzetti di grano con lo stelo diritto e attorcigliandolo con abilità, realizzava “”LU VAZZ”” che stendeva sul terreno per metterci sopra una modesta quantità di grano falciato, per formare “”LU MANUCCHI’E””, Poi, usando “”LU PIR””, con altrettanta abilità, annodava “”LU VAZZ””, formando, così “”LU MANUCCHI’E””. I mietitori, mentre falciavano il grano, usavano cantare in coro canzoni abruzzesi. Camminare per le strade di campagna, nel mese di Giugno, era un piacere ascoltare la melodia di questi bei canti………….Che bei tempi !!!………….Quanti ricordi affollano la mia mente!!!…………..Quanta nostalgia!!!.............

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  4. Mi piace riprendere il discorso sulla trebbiatura.
    Mi ero fermato al momento in cui veniva contattato il proprietario della TREBBIA, per fissare l'appuntamento per la trebbiatura.
    Il proprietario della TREBBIA, quindi, fissava il giorno in cui avrebbe portato, sull’aia del contadino, tutta l’attrezzatura meccanica per trebbiare grano.
    L’attrezzatura era così costituita:
    -LA TREBBIA; LU TRATTOR’,
    -LU CINTO” che serviva a trasmettere il moto dal volato del trattore alla trebbia, per metterla in funzione;
    -LU ‘AZZAPAI’E che serviva a trasportare la paglia a LU MUCCHI’E che veniva formato durante la trebbiatura. LU MUCCHI’E aveva la forma di un cilindro con sovrastante un cono. Questo veniva realizzato con al centro un palo di legno, solidamente piantato nel terreno;
    -LU AZZACAM che serviva a trasportare la cosiddetta CAMA alla SERRA, di forma rettangolare, che pure veniva formata durante la trebbiatura. La CAMA era la pula che veniva espulsa dalla trebbia separatamente alla paglia;
    -LA BENN’, un grosso crick in ferro, che serviva per livellare la TREBBIA;
    Una volta fissato il giorno della trebbiatura, il contadino si metteva in moto per cercare gli operai per collaborare al lavoro di trebbiatura. Gli operai erano tutti contadini della zona. Era uno scambio di lavoro. Il contadino, quando gli altri trebbiavano, si recava su ciascuna delle loro aie per aiutarli, a loro volta.
    A questo punto è tutto pronto.
    Il giorno fissato, sull’aia, all’alba, veniva portata tutta l’attrezzatura sopradescritta e installata per procedere alla trebbiatura. Provvedeva a fare questa operazione LI MACH’NIST.
    Intanto il contadino, assegnava agli operai convenuti i lavori, a ciascuno un lavoro specifico.
    ( intanto la moglie, coadiuvata da altre donne del vicinato, cominciava a preparare il pranzo)
    I lavori erano i seguenti:
    -due, addetti a riempire i sacchi del grano, sotto alla trebbia;
    -due sopra a LU MUCCHI’E;
    -uno che lavorava intorno al mucchio per controllarne la corretta realizzazione. Questo era colui che
    “”TIRAVA”” il muccHio;
    -uno sulla SERRA della CAMA;
    -uno che lavorava intorno alla SERRA per controllarne la corretta realizzazione;
    -uno sopra alla TREBBIA, per tagliare le legature dei manucchi'e ed inserirli
    nella bocca di carico. Questa figura si chiamava LU BB’CCARI’;
    -quattro addetti a tenere pulito lo spazio di manovra della TREBBIA.
    Nessuna di queste persone indossava la mascherina antipolvere, anche perché, all’epoca, nessuno avvertiva la necessità di usarla. Magari si limitavano a proteggersi il naso e la bocca con un fazzoletto.
    Terminate queste operazioni preliminari, il capo dei MACH’NIST, azionava una sirena che emetteva un suono fortissimo, per avvisare che tutto era pronto ed iniziava così la trebbiatura.
    Intorno alle ore 13,30, la trebbiatura veniva sospesa in quanto era pronto il pranzo per tutti i lavoratori.
    A questo proposito ritengo mettere in evidenza i seguenti particolari circa i luoghi dove veniva consumato il pranzo:
    -LI MACH’NISTI pranzavano intorno alla tavola allestita dentro l’abitazione;
    -tutti gli altri che, all’epoca, erano considerati lavoratori di seconda categoria, pranzavano fuori senza l’utilizzo di un tavolo o appoggio similare. Sulla terra veniva messo un lungo telo (LU MANDIL’) su cui venivano posti i piatti, le posate e le grosse pentole con gli alimenti, da cui ognuno si serviva. Dopo il pasto, era concesso un breve riposo che avveniva sulla terra, all’ombra degli alberi esistenti vicino all’AIA.
    -POI risuonava la sirena che indicava la ripresa della trebbiatura ed il lavoro ricominciava.
    ERANO TEMPI DURI, EPPURE LA VITA ERA GIOIOSA!
    I GIOVANI DEL TERZO MILLENNIO DOVREBBERO RIFLETTERE SUL MODO DI VIVERE DEI LORO NONNI E LIBERARSI DAL BULLISMO, DALLA DROGA E DA TUTTE QUELLE AZIONI CHE LI NPORTANO A ROVINARSI LA VITA.
    P.S. se qualcuno che ha vissuto quel periodo sa come avvenivano LU SCARD’ZZA’ e LU SGRANA’ del granoturco, posti il suo racconto su facebook, oppure ne parli con Umberto Pompili che sicuramente ne darà notizia su “CORROPOLI COME VIUVEVAMO”.

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  5. Ringraziamo l'anonimo per l'interessantissima descrizione e lo invitiamo a continuare e, magari, a disperdere la nostra curiosità sulla sua identità. Grazie.

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  6. CARO COLLEGA NELL’ANONIMATO
    Grazie per le tue descrizioni sulla mietitura e sulla trebbiatura che mi hanno riportato, con un po’ di nostalgia e commozione, ai tempi della mia infanzia, quando, anche sull’aia della mia misera casa contadina, avveniva la trebbiatura: era una festa, rimasta indelebile nei ricordi più belli della mia vita che, ahimè volge, ormai al termine!
    Leggendo le suddette descrizioni sulla trebbiatura, per quanto riguarda LU TRATTOR’ ti è sfuggito di indicarne il tipo.
    Mi ricordo che si trattava di un LANDINI A TESTA CALDA che, per essere messo in funzione, era necessario l’uso di una bombola di gas che, a quei tempi, non era semplice trovare. L’avviamento d’ LU TRATTOR veniva eseguito a mano.
    Per guardare la messa in funzione del trattore ed ascoltarne il suo particolare e piacevole rumore, basta aprire i seguenti link, copiandoli ed incollandoli su browser:
    https://www.youtube.com/watch?v=Y0AAZC-zKF0
    https://www.youtube.com/watch?v=V5jM7N3JZOg
    CARO COLLEGA NELL’ANONIMATO,
    spero di aver contribuito a ravvivare ulteriormente i ricordi delle persone che, come noi di UNA CERTA ETA’, hanno la gioia di rivivere i bei tempi della loro infanzia che, come tu dici, ERANO TEMPI DURI, quando LA VITA ERA GIOIOSA.
    RICORDO ANCHE LA RACCOLTA DEL GRANTURCO, LU SCARD’ZZA’ E LU SGRANA’ : ANCHE QUESTO ERA UNA FESTA!
    Speriamo che qualcun’altra persona posti su Facebook il suo racconto

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Se avete qualcosa da esporre servirsi della mail:
umbertopompilii@hotmail.it

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