Una volta... il cimitero di Corropoli aveva un duplice filare di cipressi alti e schietti che dall'ingresso portava alla chiesetta. Di questi giganti non ne è rimasto uno. Non sono morti di malattia, ma sono stati abbattuti.
C'è uno spazio "particolare" dove ne sono stati ripiantati alcuni. E' uno spazio riservato: qui, in caso di feroce pandemia, verrebbe scavata una fossa comune per seppellire i corpi dei deceduti.
A Corropoli c'è anche un piccolo cipresso nato spontaneamente sull'architrave dell'ingresso della chiesa di Santa Maria degli Angeli in zona Montagnola, detta anche di Sant'Antonio Abate.
A Corropoli c'è anche un piccolo cipresso nato spontaneamente sull'architrave dell'ingresso della chiesa di Santa Maria degli Angeli in zona Montagnola, detta anche di Sant'Antonio Abate.
Uno scenario pietoso che denota trascuratezza e menefreghismo da parte di chi dovrebbe provvedere alla manutenzione dell'edificio sacro.
Ma a chi spetta questo compito? Alla Chiesa, alla Soprintendenza, al Comune, al privato?...
Ma a chi spetta questo compito? Alla Chiesa, alla Soprintendenza, al Comune, al privato?...
Ci sono tutte le premesse per il gioco dello scaricabarile.
Un grande GRAZIE, invece, lo rivolgiamo al FAI che nel 2018 stimolò la riapertura al pubblico della chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate.
Un nostro lettore ci scrive e precisa:
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