Con Michelino Cornacchia scompare una delle rare memorie storiche rimaste di Corropoli.
Questo blog deve tanto a questa persona che ci ha raccontato eventi, personaggi e modi di vivere corropolesi.
Ci ha raccontato di quando Corropoli non aveva il muraglione e lo spazio era occupato da una casa vicino all'altra, di quando i tempi erano miseri e sua madre Ester gestiva una cantina proprio all'imbocco del paese, di quando la sua famiglia tentò la via della produzione di bottiglie di gassosa (le bottiglie con la pallina di vetro all'interno), dei giochi dei ragazzi durante e dopo la guerra, del primo cinema corropolese, di G'lò il vigile corropolese, terrore dei bambini.
Ci ha parlato della sua esperienza di emigrato in Venezuela, dell'accoglienza non certo calorosa, dell'acquisto dei giornali venezuelani per capire i tempi e il popolo di cui era ospite.
Tornato in Italia, ha formato una bella famiglia e si è dedicato al lavoro, non come manovale... ma come artista. Michelino amava le cose che faceva e realizzava.
Si deve a lui l'accurato restauro della bella facciata del cosiddetto palazzo delle suore lungo via Nemesio Ricci.
Il rimpianto che, a volte, emergeva dai suoi discorsi era dovuto al fatto di non aver potuto proseguire negli studi. Il salotto di casa era una biblioteca.
Michelino, negli ultimi tempi, ci sei mancato e ci sono mancati i tuoi discorsi sul tempo che fu. Non ti dimenticheremo.
Ciao, Michele come preferivo chiamarti perché sei stato una grande e generosa persona.
Questo blog deve tanto a questa persona che ci ha raccontato eventi, personaggi e modi di vivere corropolesi.
Ci ha raccontato di quando Corropoli non aveva il muraglione e lo spazio era occupato da una casa vicino all'altra, di quando i tempi erano miseri e sua madre Ester gestiva una cantina proprio all'imbocco del paese, di quando la sua famiglia tentò la via della produzione di bottiglie di gassosa (le bottiglie con la pallina di vetro all'interno), dei giochi dei ragazzi durante e dopo la guerra, del primo cinema corropolese, di G'lò il vigile corropolese, terrore dei bambini.
Ci ha parlato della sua esperienza di emigrato in Venezuela, dell'accoglienza non certo calorosa, dell'acquisto dei giornali venezuelani per capire i tempi e il popolo di cui era ospite.
Tornato in Italia, ha formato una bella famiglia e si è dedicato al lavoro, non come manovale... ma come artista. Michelino amava le cose che faceva e realizzava.
Si deve a lui l'accurato restauro della bella facciata del cosiddetto palazzo delle suore lungo via Nemesio Ricci.
Il rimpianto che, a volte, emergeva dai suoi discorsi era dovuto al fatto di non aver potuto proseguire negli studi. Il salotto di casa era una biblioteca.
Michelino, negli ultimi tempi, ci sei mancato e ci sono mancati i tuoi discorsi sul tempo che fu. Non ti dimenticheremo.
Ciao, Michele come preferivo chiamarti perché sei stato una grande e generosa persona.




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