💑 Piazza Pie' di Corte non è proprio all'apice del proprio splendore. Tutt'altro.
I bordi della fontana sono ricoperti di muschio, la piazza non è stata ancora lastricata... ma, tutto sommato, è un giorno felice.
Giannino Clementoni ha appena sposato Dora Trentacarlini e, dopo la cerimonia, eccoli in piazza per un ricordo fotografico con i vari parenti. E' il 15 ottobre 1964.
Nella foto gli sposi sono con Elisabetta (B'ttola) Clementoni (1899-1973) e con il marito Ferdinando Nepa (Nanucc' d' Nep') (1899-1991) un maestro nell'arte di intrecciare il vimine.
Giannino Clementoni ha appena sposato Dora Trentacarlini e, dopo la cerimonia, eccoli in piazza per un ricordo fotografico con i vari parenti. E' il 15 ottobre 1964.
Nella foto gli sposi sono con Elisabetta (B'ttola) Clementoni (1899-1973) e con il marito Ferdinando Nepa (Nanucc' d' Nep') (1899-1991) un maestro nell'arte di intrecciare il vimine.
nanducc (o nanucc) faceva anche i cosiddetti CRI' initrecciando il ferro filato. Sot5to a LU CRI', che aveva forma semisferica, veniva messa la chioccia. LU CRI' era fatto a maglie larghe per consentire sai pulcini di entrare ed uscire. Oggi i pulcini si comprano al mercato. Una volta esisteva il pollaio con tante galline ed un gallo che si accoppiava con loro. Le uova più grandi venivano messe da parte e, quando qualche gallina diventava chioccia, veniva messa a covare con circa venti uova. Dopo 21 giorni nascevano i pulcini. Quando un contadino non aveva il gallo nel pollaio, andava dal vicino che ce l'aveva scambiando le proporie uova non fwecondate con quelle fecondate del vicino. Venivano anche messe a covare la uova dei tacchini
RispondiEliminaLI PTU'). le uova delle oche (LI PAPARU') e quelle delle psapere.Erano tempi in cui ci si arrangiava per la sopravvivenza. BEI TEMPI! - NANDUCC, inoltre, con abile arte, intrecciando il ferro filato, realizzava i cancelli che si mettevano per entrare ed uscire dalle aie delle case coloniche.I contadini realizzavano le armature in legno, poi chiamavano NANDUCC per intrecciare io ferro filato all'interno dell'armatura. Nasceva, così, il cancello. Quanti bei ricordi ho di quei tempi. In alcune case, come la mia, mancaca la corrente elettrica. La luce veniva fatta da LA LUM'ad olio , oppure da LA C'T'LEN che era un attrezzo cilindrico dentra al quale venivano opportunamente messi laqua ed il carburo, dalla cui miscela scatutiva un gas chiamato ACETILENE che uscendo da una specie di ugello che stava sopra al cilindro, emanava una fiammella che era fonte di illuminazione. Allora non c'era l'opulenza dei tenpi nostri, ma si viveva bene. Io che ormai sono alla fine della vita, quando lascrò questa terra, porterò con me tutti i bei ricordi dell'infanzia e della giovinezza, Unn modo di vivere lontano anni luce dai nostri giovani e dalla società del terzo millennio. Quante immagini indelebili affollano la mia mente. Vorrei condividerle con i miei nipoti.Ma non hanno tempo per ascoltarmi. Sono certo che un giorno rimpiangeranno di non avermi ascoltato.
Bellissimo commento e bellissima rievocazione.
RispondiEliminaCi piacerebbe che tu uscissi dall'anonimato.
Giusto per dovere di cronaca mio nonno era chiamato Nanucc d'Nep ��. Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo sia LU CRI con i pulcini sotto e sia i porta damigiane impagliate con lu FIL D'VENG.
RispondiEliminaRingrazio Umberto Pompili e l'anonimo, per questo bel ricordo di nonno e di nonna anche se putroppo non l'ho conosciuta.