Al Bivio di Corropoli negli anni '60 per trovare qualcosa di degno di uno scatto fotografico si doveva arrivare al ponte sul Vibrata.
Questo - a quei tempi - era l'unica opera monumentale della zona.
Come potete notare dalla foto la strada non era neanche asfaltata.
Per trovare qualcos'altro di monumentale bisognava scendere a livello di fiume. Qui si potevano ammirare in tutta la loro monumentalità li cajù, ovvero delle grosse gabbie formate da reti metalliche riempite di grossi sassi, costruite in loco per proteggere gli argini dall'erosione in caso di alluvione.
Nel 2020 li cajù son tornati di moda. Queste grosse gabbie pietrose sono state utilizzate come protezione dei piloni di sostegno del ponte in via Vomano.
Nella foto Amina Diomedi.
Questo - a quei tempi - era l'unica opera monumentale della zona.
Come potete notare dalla foto la strada non era neanche asfaltata.
Per trovare qualcos'altro di monumentale bisognava scendere a livello di fiume. Qui si potevano ammirare in tutta la loro monumentalità li cajù, ovvero delle grosse gabbie formate da reti metalliche riempite di grossi sassi, costruite in loco per proteggere gli argini dall'erosione in caso di alluvione.
Nel 2020 li cajù son tornati di moda. Queste grosse gabbie pietrose sono state utilizzate come protezione dei piloni di sostegno del ponte in via Vomano.
Nella foto Amina Diomedi.
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