IL BLOG DEL RICORDO... DALLA PARTE DEL CITTADINO

martedì 16 settembre 2025

CIAO, ORIETTA - lutto

Misteriosa e dolorosa storia di Olietta o Orietta Moretti, 58enne corropolese che, in seguito ad un incidente domestico viene trasportata all'ospedale di Giulianova, e da qui a quello di Teramo dove è deceduta.
Prima di procedere alla tumulazione, bisogna attendere l'esito dell'autopsia richiesta dai familiari.
Nel frattempo a questo blog (definito anche "blog del ricordo") è pervenuta una lunga lettera scritta dalla sorella Cosetta, lettera che riproduciamo integralmente.


Amata sorellina, stellina mia, così ti chiamavo, ma tu dicevi sempre che io ero la tua luce. La notte tra l’11 e il 12 settembre ti sei trasformata in luce pura, lasciando la terra alle 4:21.
Sei stata sempre la mia metà, la mia compagna di giochi e di dolore, la mia confidente, la mia gemella d’anima. Con mamma e papà, tra i loro litigi, abbiamo attraversato l’infanzia come due piccole luci che si cercano nel buio. Poi insieme abbiamo camminato attraverso l’adolescenza, mano nella mano, scoprendo i primi sogni, le prime passioni e i segreti più dolci del cuore. La gioventù ci ha viste esplorare il mondo, viaggiare, ridere e piangere insieme, fino ai 26 anni, custodi l’una dell’altra, anime gemelle in ogni avventura.

Io mi sono innamorata e sposata, mentre tu lentamente ti sei riavvicinata alle nostre amate terre, l’Abruzzo, fino a tornare a Corropoli, il nostro amato paesello, dove sapevi che ci saremmo sempre ritrovate e che mai, mai ci saremmo perse.
Ricordo i giorni in cui correvamo con nostro fratellino Antonello in carrozzina, il vento tra i capelli e la risata che ci scaldava il cuore, amando la velocità delle ruote e rischiando cadute, ma rialzandoci sempre con un sorriso.

Tu eri la mia stellina, io la tua luce. Ci promettemmo di non perderci mai e di cercarci sempre. So che quel patto vive ancora, al di là di ogni confine. Abbiamo condiviso avventure, viaggi, sogni, lacrime, gioie e risate senza fine. Dormivamo sotto il cielo con i sacchi a pelo, ci nutrivamo di libertà e di fiori intrecciati in coroncine. Dove non arrivava una, arrivava l’altra. Con te la vita aveva il sapore dell’infinito.

Orietta, con i tuoi occhi verdi profondi come un lago, i capelli biondi di seta e la pelle candida, eri un fiore fragile e insieme selvaggio. Misteriosa e solare, rispettosa e libera, sopravvissuta a tante prove, eppure sempre bellissima. Non hai avuto figli, ma il tuo amore si è riversato sugli animali, e Tawa, la tua cagnolina, ora veglia sul tuo ricordo. Nei suoi occhi grandi io ti rivedo: mi segue ovunque, come facevi tu, e mi ricorda che non sei mai davvero andata via.

Ti sento nelle risate, nelle corse a piedi nudi, nelle margherite raccolte, negli ulivi che ci facevano da rifugio. Ti sento quando rivedo quel giorno sdraiate a terra nell’erba, lo sguardo rivolto al cielo, io che per gioco sputavo in alto e tu, tra le risate, mi dicesti con dolce ironia: "Ma che fai, ti sputi in faccia!". In quell’istante, la nostra gioia era semplice e infinita, come l’erba che ci accoglieva e il cielo che ci abbracciava. 

Questo è solo un altro viaggio, stellina mia, e so che ci ritroveremo ancora e ancora, fino all’infinito. Ti amo oltre il tempo, oltre il respiro, oltre la vita. Grazie per essere stata la mia sorella, la mia compagna, la mia luce. Con amore eterno per sempre, fammi luce e ti troverò.

Tua Cosetta.


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