IL BLOG DEL RICORDO... DALLA PARTE DEL CITTADINO

giovedì 6 luglio 2023

PANORAMA CORROPOLESE SCOMPARSO


Sotto il maestoso pino del lago di Cerulli (che ci ricorda tanto il pino del golfo di Napoli) si vede un lungo e grande capannone. Non è una fabbrica... ma una stalla come si può anche dedurre dai due silos che svettano sopra il tetto.
Erano i tempi in cui i campi erano coltivati, le stalle erano piene e il fattore dirigeva e coordinava i lavori nell'azienda agricola.


2 commenti:

  1. il LAGO CERULLI mi fa venire in mente u commento da me pubblicato 9n precedenza su questi blog, riferito a Fabrizio SANITA', proprietario del lago. Nel riordo di Fabrizio, Ritengo opportuno ripubblicare il sudddetto commento. Qusto è il suo testo integrale: """""VOGLIO RACCONTARE UN EPISODIO CHE DIMOSTRA LA GRANDE UMANITÀ DI FABRIZIO SANITÀ
    negli anni 70, in seguito ad una forte siccità, il “LAGO DI CERULLI” si prosciugò; in esso rimase solo fango, con un’infinità di anguille e capitoni.. Il lago divenne meta di tantissimi pescatori che entravano a piedi nudi nel fango per catturare le anguille. Nel fango c’erano anche cocci di vetro, per cui l’incolumità dei pescatori era pesantemente compromessa. Di questo, Granchelli Umberto diede notizia Fabrizio Sanità in quanto, all’epoca era suo amministratore (””LU FATTOR “””). Appresa la notizia, Fabrizio si recò personalmente, insieme al suo “””FATTORE””, presso il lago ed invitò, energicamente i pescatori ad uscire dal fango informandoli sul pericolo che stavano correndo. Fra tutti quelli che uscirono ce ne fu uno di indole violenta. Questo, appena uscito dal lago inveì contro Fabrizio con parole offensive, dicendogli che stava pescando per sfamare i suoi figli. Dopo di che. gli tirò in faccia un grosso capitone sporco di melma. Fabrizio e Granchelli si recarono subito presso la caserma dei carabinieri di Corropoli riferendo sull’accaduto. Al che partì subito l’appuntato PACI Filippo, con la macchina di servizio, recandosi presso il lago dove rintracciò l’autore del fatto, portandolo in caserma. Qui Fabrizio venne informato il reato commesso nei suoi confronti sarebbe stato perseguibile solo se lui avesse sporto querela nei confronti di chi aveva commesso il fatto. Il “”FATTORE”” lo invitò a querelare il violento pescatore. E qui viene fuori la grande umanità di Fabrizio. Non sottoscrisse nessuna querela dicendo a Granchelli ed ai carabinieri: “””E’ UN POVERACCIO, LASCIATELO ANDARE””
    Quest’uomo, come giustamente tu dici, Umberto, SEPPURE BARONE NON OSTENTAVA LA SUA SUPERIORITA’. L’ho visto parecchie volte venire a Corropoli con la sua “vespetta” ed amava intrattenersi con le persone che incrociava.
    E’ STATO UN “BARONE” CON IL CUORE GRANDE.
    Ho potuto raccontare i fatti citando i particolari in quanto, all’epoca, ero molto “vicino” alla Caserma dei Carabinieri """""

    RispondiElimina
  2. Rimane in me il desiderio di conoscerti personalmente (se già non ti conosco). Ricordo benissimo anch'io quel periodo del lago in secca. Ci fu qualcuno (e qui ometto le generalità) che invece di infilzare - con una specie di tridente a fiocina - le anguille riuscì ad infilzarsi un piede.

    RispondiElimina

Se avete qualcosa da esporre servirsi della mail:
umbertopompilii@hotmail.it

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.