IL BLOG DEL RICORDO... DALLA PARTE DEL CITTADINO

mercoledì 11 gennaio 2023

V E R G O G N A


🔘 L'11 gennaio 2017 Monia Di Domenico, psicologa corropolese, viene colpita al volto 16 volte con un corpo contundente, scannata (termine usato nel verbale dell'autopsia) dal vetro del tavolino su cui il suo inquilino, moroso, l'aveva scaraventata. Avvolta in un lenzuolo e trascinata lungo le scale del condominio di Francavilla al Mare era stata abbandonata in un sottoscala. Monia impiegherà 33 minuti prima di esalare l'ultimo respiro.
Gli avvocati dell'assassino si appellano alla causa del raptus e all'incapacità di volere. Due perizie psichiatriche diranno che l'assassino era consapevole di quello che stava facendo.
L'assassino è condannato a 30 anni, e non all'ergastolo grazie al "rito abbreviato". 
Non contento di questo sconto di pena, i suoi legali presentano un ricorso alla Corte d'Appello dell'Aquila (giustificato dal fatto che Monia era consapevole delle condizioni economiche dell'inquilino e che poteva divincolarsi dalle mani del suo assassino).
Alla fine ha vinto il buonismo. Pena quasi dimezzata!

V E R G O G N A

La Legge italiana per il futuro dell'assassino prevede che, con un po' di buona condotta, il giudice possa concedere la liberazione anticipata, in poche parole 45 giorni di sconto di pena ogni semestre. I giorni possono essere elevati a 75.
Tra 6 anni questo spietato assassino potrebbe usufruire della semi-libertà, ovvero lavorare di giorno (e lo Stato gli procurerà il posto?) e dormire in carcere. Tra 10 anni molto probabilmente camminerà liberamente tra di noi.


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