IL COVID C'E'

L'articolo è stato pubblicato dal quotidiano "la Città"

Non pensavo che un semplice sfogo su Facebook potesse assurgere a "testimonial" di una dura realtà che sta affliggendo l'Abruzzo. Le contraddizioni e le leggerezze (di certi governanti e burioni: "possibilità di contagio: zero") m'avevano indotto ad una sottovalutazione della pericolosità del virus.

Ma quando vedi persone a te care che partono per l'estremo viaggio e che stavano bene prima del contagio, non si può negare l'evidenza.

Il Covid c'è ed è più ingannevole e insidioso di quanto si possa immaginare.
E' lunedì 19 ottobre. Mia moglie avverte una forte spossatezza, io no. 
Lei ha qualche linea di febbre che scompare dopo l'assunzione di comuni antibiotici. Anch'io ho la febbre... ma gli antibiotici non riescono a debellarla.
Soluzione: ospedale di Sant'Omero. Dopo varie ore, trascorse nell'ambulanza della Croce Verde, finalmente il tampone: purtroppo positivo.
Mia moglie risulterà negativa... eppure avevamo dormito nello stesso letto.

Cominciano l'isolamento e una realtà da incubo.
Vengo trasferito all'Ospedale Covid di Teramo e curato per polmonite bilaterale.
Dimissioni il 19 novembre. Esito del tampone: dubbio.
Bisogna ancora aspettare ed attendere l'esito di un altro tampone.

Morale della favola: il Covid c'è e non guarda in faccia a nessuno.
Il Covid c'è e si porta via uno dei tuoi amici più  cari: Enzo.

Forse si potrebbe discutere sulla gestione della pandemia, su eventuali strumentalizzazioni politiche... ma il Covid c'è ed è necessario mettere in atto la migliore protezione possibile per non cadere in una realtà fatta di ansia, angoscia, insicurezza, follia... come - per esempio - avere una persona cara a 2 metri di distanza e, seppure separati da un muro, poterci parlare solo per telefono... incubo infinito, in cui un abbraccio e una carezza diventano un miraggio.