C'era una volta un prete corropolese (quello con gli occhiali da sole) che amava tanto il prossimo da sfidare i pregiudizi e le convenzioni del tempo.
Siamo negli anni '50-60 e don Peppino, al secolo Giuseppe D'Aristotile (1933-1971), nato in una famiglia benestante (suo padre Gaetano è il medico condotto di Corropoli), frequenta tranquillamente e fraternamente i più umili e diseredati, a quel tempo gli zingari che, con l'ausilio di cavalli e carrozzoni (sullo sfondo), si spostavano di paese in paese.
Egli, oltre alla parola del Signore, portava qualcos'altro. Si racconta che la madre, al momento di mettersi in tavola per il pranzo, non abbia trovato più la gallina che bolliva in pentola fin dal mattino. Era stata presa da don Peppino per donarla agli zingari.
Sarà vero, sarà falso? Noi crediamo alla vox populi.
Siamo negli anni '50-60 e don Peppino, al secolo Giuseppe D'Aristotile (1933-1971), nato in una famiglia benestante (suo padre Gaetano è il medico condotto di Corropoli), frequenta tranquillamente e fraternamente i più umili e diseredati, a quel tempo gli zingari che, con l'ausilio di cavalli e carrozzoni (sullo sfondo), si spostavano di paese in paese.
Egli, oltre alla parola del Signore, portava qualcos'altro. Si racconta che la madre, al momento di mettersi in tavola per il pranzo, non abbia trovato più la gallina che bolliva in pentola fin dal mattino. Era stata presa da don Peppino per donarla agli zingari.
Sarà vero, sarà falso? Noi crediamo alla vox populi.
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