Non riusciamo a determinare l'anno dello scatto della foto, ma siamo riusciti a penetrare nei meandri della memoria storica di Michele Cornacchia, classe 1933, riguardo alle case sgarrupate (degradate, brutte, vecchie, cadenti) attaccate al costone che delimitava l'inizio del borgo abitato.
Le case verranno abbattute durante il regime fascista e al loro posto verrà eretto il muraglione, oggi ornato dalla statua della Madonna del Sabato Santo, ieri dal fascio littorio.
Fra i ricordi di Michele spicca la figura di don Pasquale Di Girolamo che abitava nel grosso palazzo che sovrastava le casette. Don Pasquale, mitico, perché nelle cantine aveva una grossissima botte che riusciva a riempire di vino grazie ai vigneti coltivati da 2 suoi contadini della parte bassa del paese.
La famiglia di Michele abitava in una di quelle casette sgarrupate. Le donne vi avevano aperto una cantina dove era possibile mangiare qualcosa, mentre gli uomini giravano per le campagne offrendo i loro servizi di calzolai.
Nell'agglomerato c'era una casa di proprietà di Angelo Di Monte (proprietario della Badia) e in un'altra ci abitavano i Catini.
Fra i ricordi di Michele spicca la figura di don Pasquale Di Girolamo che abitava nel grosso palazzo che sovrastava le casette. Don Pasquale, mitico, perché nelle cantine aveva una grossissima botte che riusciva a riempire di vino grazie ai vigneti coltivati da 2 suoi contadini della parte bassa del paese.
La famiglia di Michele abitava in una di quelle casette sgarrupate. Le donne vi avevano aperto una cantina dove era possibile mangiare qualcosa, mentre gli uomini giravano per le campagne offrendo i loro servizi di calzolai.
Nell'agglomerato c'era una casa di proprietà di Angelo Di Monte (proprietario della Badia) e in un'altra ci abitavano i Catini.
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