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martedì 22 luglio 2025

CORROPOLI FOTOVOLTAICA


C'era una volta un grande vigneto che la macchina fotografica non riusciva ad abbracciare nella sua interezza. Era carico di frutti in maturazione.



Però verso la fine di giugno arrivarono uomini che tranciarono i tiranti, scavarono i paletti di sostegno e con una trincia distrussero le viti col loro frutto.
Alcuni gridarono al sacrilegio, mentre la maggior parte dei cittadini pensava ai propri problemi e gli amministratori preferivano restare muti.
E il vigneto divenne una tabula rasa.


Viti in fruttificazione abbattute per far posto ad un impianto fotovoltaico nei pressi di un altro già in  funzione.


Ci si chiede: 
- "Perché tanta fretta nell'abbattere il vigneto?" 
- "Il Comune di Corropoli continuerà a fregiarsi del titolo di "Città del vino"?"


Inoltre ci si chiede come è stato possibile questo scempio se la Legge Regionale del 25 marzo 2025 n.8 all'art. 3 inserisce tra le superfici non idonee per gli impianti fotovoltaici: "aree agricole con colture permanenti quali: vigneti ad esclusione di quelli destinati all'autoconsumo, frutteti, tartufaie e oliveti, questi ultimi con densita' superiore a 70 piante per ettaro e una superficie superiore a cinquemila metri quadrati".
Una risposta da parte degli amministratori ci sembra doverosa.
💪

Risponde invece l'ex-amministratore, Massimo Piotti.

La transizione energetica, sempre più urgente e necessaria, comporta comunque un prezzo: la riconversione di alcune aree agricole in impianti fotovoltaici.
Tuttavia, il problema principale oggi non è la scarsità di terreni agricoli, ma il rischio legato ai cambiamenti climatici. È vero che il clima è sempre mutato, ma mai con questa rapidità — e, stavolta, con ogni probabilità, a causa delle nostre stesse azioni. Se dunque siamo parte del problema, possiamo (e dobbiamo) essere anche parte della soluzione. Non è affatto detto che le attuali tecnologie rappresentino la risposta definitiva. In futuro emergeranno forse risorse e soluzioni migliori. Ma per ora non abbiamo alternative concrete: fotovoltaico ed eolico restano le uniche opzioni praticabili.
Si tratta, peraltro, di interventi facilmente reversibili: tornare indietro e ripristinare lo stato originario è semplice e poco costoso. Alla fine, ciò che spesso disturba di più è l’impatto visivo. Ma, considerata la posta in gioco, è un sacrificio che possiamo (e dobbiamo) permetterci.

Ribatte l'amministratore di questo blog, Umberto Pompilii.

Ormai sono rassegnato allo sfacelo, ma trovare una vigna sradicata a 2 mesi dalla raccolta dell'uva, lo considero uno scempio, uno sfregio... alla faccia della fame.

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