Nella foto Emidio Foschi, l'ultimo funaio corropolese insieme alla moglie Domenica Carapucci, la cui presenza era indispensabile per dare vita ad una corda. Molti funai ricorrevano all'aiuto dei figli (anche minorenni) che dovevano girare continuamente la ruota.
Il mestiere del funaio si svolgeva all'aperto e sfruttava come materia prima la stoppa derivata dalla canapa.
Nessun commento:
Posta un commento
Se avete qualcosa da esporre servirsi della mail:
umbertopompilii@hotmail.it
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.