Il 7 marzo 2005 scompare una figura mitica e uno dei propulsori dell'economia del Bivio. Si tratta di Gino Tarquini.
Quando il Bivio era prevalentemente campagna lui, con blocchetti messi su senza cemento, costruisce una baracca (ancor oggi esistente) che diventa il suo laboratorio di falegname. Nei pressi costruisce una modesta casetta dove ricava dei locali destinati all'esposizione e al commercio dei mobili.
In seguito al boom economico la casetta si trasforma in un grande show-room mentre poco prende vita una fabbrica di divani che occupa decine e decine di persone e che offre lavoro a numerosi emigranti corropolesi rientrati in patria.
Gino è uno dei principali collaboratori della sagra corropolese degli anni '80-'90. Indimenticabili restano le dimostrazioni delle sue maestranze nella realizzazione di un divano tra il pubblico della sagra.
In seguito al boom economico la casetta si trasforma in un grande show-room mentre poco prende vita una fabbrica di divani che occupa decine e decine di persone e che offre lavoro a numerosi emigranti corropolesi rientrati in patria.
Gino è uno dei principali collaboratori della sagra corropolese degli anni '80-'90. Indimenticabili restano le dimostrazioni delle sue maestranze nella realizzazione di un divano tra il pubblico della sagra.
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