Il 23 ottobre 2016, alle 17:30, alla Badia - sede ideale per l'incoronazione dei vincitori del premio di poesia "G. D'Annuntiis" sul tema "Il viaggio" - Giovanni Caso di Salerno viene proclamato vincitore e premiato da Lilia Zavarelli, vedova del compianto Gaetano D'Annuntiis.
La giuria evidenzia le qualità poetiche del vincitore con la seguente motivazione:
Il poeta, con immagini lievi, aeree, ma potenti, disegna il viaggio dell'uomo attraverso il tempo, non tralasciando la sua collocazione negli spazi siderei.
La giuria evidenzia le qualità poetiche del vincitore con la seguente motivazione:
Il poeta, con immagini lievi, aeree, ma potenti, disegna il viaggio dell'uomo attraverso il tempo, non tralasciando la sua collocazione negli spazi siderei.
Lo stile di alta ispirazione, le metafore e le espressioni poetiche ricercate e originali vestono un vissuto profondo che abbraccia tutta l'umanità in un viaggio che è "filo d'un sussurro, un bianco petalo volteggiante nel sole del suo giorno".
Tempo e spazio che celano un anelito d'infinito, di eternità.
IL NOSTRO VIAGGIO
Come ombre nel respiro dell'eterno
andiamo e il nostro viaggio è un luminoso
breve spazio di vita e di memorie.
Siamo in un sogno che varca i confini
del mondo e infrange le Colonne d'Ercole
oltre cui perirono i navigli
di Ulisse, siamo in cerca dell'approdo
e non sappiamo ancora dove sia.
Balzammo da caverne d'ombre e fuochi
e fummo un grido.
Andammo a misurarci
con le potenze cosmiche, vedemmo
cieli di stelle nella nostra carne
e conoscemmo eclissi e pleniluni.
Oggi abbiamo parole in controluce
e pesa il passo dietro la sua impronta,
frammenti di ricordi nel bagaglio
deposto sulla soglia, al rincasare.
Non ha partenze un viaggio, non ha arrivi,
la vita ci sospinge lì o altrove.
Siamo cuori viventi, assaporiamo
polpe d'aurore e vini di tramonti,
ognuno ha il suo cammino, ognuno cerca
la luce d'un germoglio, il respirare
dell'infinito. Quanta grazia ha il ramo
su cui la luna posa il suo splendore,
anche noi custodiamo in una lacrima
felicità e dolore. Il nostro viaggio
è il filo d'un sussurro, un bianco petalo
volteggiante nel sole del suo giorno.
Tempo e spazio che celano un anelito d'infinito, di eternità.
IL NOSTRO VIAGGIO
Come ombre nel respiro dell'eterno
andiamo e il nostro viaggio è un luminoso
breve spazio di vita e di memorie.
Siamo in un sogno che varca i confini
del mondo e infrange le Colonne d'Ercole
oltre cui perirono i navigli
di Ulisse, siamo in cerca dell'approdo
e non sappiamo ancora dove sia.
Balzammo da caverne d'ombre e fuochi
e fummo un grido.
Andammo a misurarci
con le potenze cosmiche, vedemmo
cieli di stelle nella nostra carne
e conoscemmo eclissi e pleniluni.
Oggi abbiamo parole in controluce
e pesa il passo dietro la sua impronta,
frammenti di ricordi nel bagaglio
deposto sulla soglia, al rincasare.
Non ha partenze un viaggio, non ha arrivi,
la vita ci sospinge lì o altrove.
Siamo cuori viventi, assaporiamo
polpe d'aurore e vini di tramonti,
ognuno ha il suo cammino, ognuno cerca
la luce d'un germoglio, il respirare
dell'infinito. Quanta grazia ha il ramo
su cui la luna posa il suo splendore,
anche noi custodiamo in una lacrima
felicità e dolore. Il nostro viaggio
è il filo d'un sussurro, un bianco petalo
volteggiante nel sole del suo giorno.
Giovanni Caso
Nessun commento:
Posta un commento
Se avete qualcosa da esporre servirsi della mail:
umbertopompilii@hotmail.it
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.