Ci racconta Michele Cornacchia (classe 1933):
"Erano gli anni '40. Anni di guerra, anni del fascismo. Corropoli aveva un giardino con panchine proprio dove oggi c'è il monumento ai caduti. L'ordine e il rispetto regnavano... ci pensava G'lò (Girolamo Foschi), la guardia municipale, un omaccione che incuteva paura solo a guardarlo.
Noi ragazzini avevamo una panchina preferita... quella vicina ad un aiuola di acetosella (pianta erbacea dal sapore acidulo). Ci piaceva gustare il succo dei suoi steli... ma se compariva G'lò diventavamo tutti bravi ragazzi che stavano lì, seduti sulla panchina, per passare il tempo.
Non appena G'lò non guardava più nella nostra direzione, allungavamo le mani per cogliere altri steli da succhiare, facendo attenzione ai movimenti della guardia municipale. Se si voltava... tornavamo ad essere bravi ragazzi e non monelli. Era un po' come giocare all'1, 2, 3... stella!"
Noi ragazzini avevamo una panchina preferita... quella vicina ad un aiuola di acetosella (pianta erbacea dal sapore acidulo). Ci piaceva gustare il succo dei suoi steli... ma se compariva G'lò diventavamo tutti bravi ragazzi che stavano lì, seduti sulla panchina, per passare il tempo.
Non appena G'lò non guardava più nella nostra direzione, allungavamo le mani per cogliere altri steli da succhiare, facendo attenzione ai movimenti della guardia municipale. Se si voltava... tornavamo ad essere bravi ragazzi e non monelli. Era un po' come giocare all'1, 2, 3... stella!"
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