IL BLOG DEL RICORDO... DALLA PARTE DEL CITTADINO

giovedì 8 dicembre 2022

UN RABDOMANTE

Ho incontrato un rabdomante, si chiama Dino Pettinaro, non è corropolese ma per molti anni ha gestito un negozio di cornici alla Montagnola.
Che fa un rabdomante?
Riesce a vedere dove gli altri non vedono, cioè sottoterra.
Siamo andati alla abbandonata chiesa della Mirella (Madonna del Pianto) in zona Pianagallo di Corropoli e, grazie alle classiche bacchette da rabdomante e alle sue capacità magnetiche, Dino illustra come una vena d'acqua passi proprio sotto la chiesa; inoltre come dei vuoti siano situati ai lati della chiesa (2 con copertura ad arco e 2 con copertura a capanna con collegamenti tra i vuoti della stessa tipologia). Sembra incredibile, ma le bacchette si muovevano.
Vi proponiamo un filmato:


Con le sue bacchette "magiche" Dino riesce a dire a quale profondità si trova la vena d'acqua o il vuoto. Pertanto, a suo parere, nei pressi della chiesetta della Mirella ci sarebbe questa situazione, illustrata nel sottostante disegno.


Il rettangolo rosa indica la chiesetta della Madonna del Pianto attraversata da una vena d'acqua ad una profondità di 4 metri.
Il terreno presenta del vuoti con volta ad arco alla sinistra e dei vuoti con copertura a spiovente a destra.

Se questo argomento vi intriga o vi appassiona potete seguire la pagina che Dino cura sui segreti del sottosuolo. CLICCA QUI.


3 commenti:

  1. Giannino Cimini: un altro rabdomante vive a Corropoli - zona Bivio - si chiama Arnaldo D'ASCANIO, ex dipendente del comune di Corroppli

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    1. Giannino CIMINI

      A proposito del rabdomante Arnaldo D’ASCANIO, ritengo opportuno postare questo episodio:

      Negli anni ‘90 ero ancora in servizio presso l’ufficio tecnico cel comune di Corropoli. Ricordo che, per ragioni di lavoro veniva spesso nel mio ufficio un certo sig. POZIELLI di Riccione, che, nella zona industriale di “S. Scolastica “ aveva un opificio per la produzione di arredi metallici, progettato dall’ng. Gabriele FRATTARI. Un giorno mi ha detto che nel suo orto/giardino di Riccione, avendo bisogno di acqua per uso irriguo, avrebbe fatto scavare dei pozzi, senza aver scoperto alcuna sorgente. Per la ricerca di acqua sotterranea, un giorno gli ho parlato di Arnaldo, lui si è mostrato molto scettico nei confronti dei rabdomanti. Dopo non molto tempo, però, è tornato in comune dicendomi di voler parlare con Arnaldo. Dopo averci parlato, l’ha portato a Riccione, nel suo orto giardino. Qui, il rabdomante Arnaldo gli ha indicato il punto preciso in cui si trovava la sorgente e la sua profondità. Nel punto indicato, lui ha fatto scavare il pozzo ed ha così risolto il suo problema di approvvigionamento idrico per il suo orto/giardino.

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  2. Niente contro Dino Pettinaro, che non conosco e di cui non motivo di dubitare della sua buona fede, ma la rabdomazia è uno dei tanti residui della religiosità pagana - superata, non ancora resa doma dal cristianesimo - secondo la quale esiste una interconessione costante tra la divinità e la natura e che alcuni riescono a intercettare attraverso segni invisisibili ai più. Così come alcuni umani, quasi sempre femmine, scovavano “l’invidia” analizzando l’impatto di gocce d’olio sull’acqua e la neutralizzano con litanie segrete e qualche segno della croce (così, tanto per mettersi al riparo da accusa di stregoneria) altri, quasi sempre maschi, “scrutano” nella profondità della terra con dei bastoncini. Affascinante, ma altamente improbabile! Non sono esperto dell’interazione tra invidia olio e acqua, ma sicuramente in geologia non esistono vene d’acqua, gloria e fortuna di rabdomanti, ma sopratutto dei pozzari: esistono terreni più o meno permeabili, che possono ospitare più o meno acqua. Il linea generale si può dire che l’acqua c’è sempre e dappertutto, ma è complesso valutare analiticamente se nel posto dove ti serve è sufficiente per quello che ti serve e senza recare danni alla falda o a terzi. Il lavoro dei geologi, è quantificare - a seguito di analisi delle cartografie tematiche, lo studio dei piani di tutela e la normativa esistente, con l’aggiunta di esecuzione di sondaggi e prove di emungimento - i tempi di ricarica, conducibilità, permabilità, raggio d’influenza e altri parametri per trovare la portata critica e di esercizio.
    Altro che bacchette magiche … è ‘na rottura di scatole, un lavoraccio, e quasi sempre sotto pagato.
    Massimo Piotti

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