Sinteticamente il fatto: un anonimo posta un commento diffamatorio sul blog "Corropoli come vivevamo".
Io non lo rimuovo, perché chi si sente diffamato - tramite Polizia Postale - può risalire all'autore del commento incriminato.
Questa azione non viene messa in atto, ma scatta la denuncia nei miei confronti da parte del vicesindaco Attilio Ricci, assessore al Sociale, per non aver rimosso il post.
Un primo giudizio mi assolve.
Ricorso: il secondo giudizio mi condanna. Non mi resta che pagare.
Possiamo dire che è andata bene: pensate al caso corropolese di Monia Di Domenico. Lei viene uccisa. L'assassino vede la pena quasi dimezzata e la famiglia (privata di una persona cara) paga tutte le spese.
Pensiamo ai ragazzi morti nel terremoto del 6 aprile a L'Aquila. Alle famiglie viene decurtata parte del risarcimento perché i ragazzi (morti) non hanno avuto la prontezza di uscire di casa dopo le scosse che hanno preceduto quella fatale.
Ancora:
Mettiamo a confronto queste 2 sentenze e ragioniamo con il BUON SENSO.
Di sentenze ingiuste ce ne sono tante.
La denuncia nei miei confronti è partita dal commento di un lettore su questo post del 6 giugno 2019 che ha scatenato molti commenti non proprio positivi.
Riuscirà la mia condanna a modificare l'opinione dei cittadini corropolesi ?
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