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domenica 12 maggio 2024

BADIA : piccola storia ignobile

Era il 1985. Umberto Pompilii pubblica un opuscoletto di 16 pagine in cui velocemente ripercorre la storia della Badia (che riproduciamo ed integriamo con contributi fotografici).


Questo opuscoletto non nasce dal ritrovamento di eccezionali documenti rivelatori, né ha la pretesa, fra tutte le pubblicazioni inerenti la Badia, di essere il più completo, ma vuole riportare alla ribalta della cronaca un annoso problema, che si vuole ignorare o dimenticare
LA BADIA STA MORENDO !!!

Posta su un'incantevole e salubre collina, a un chilometro circa dal centro storico corropolese, la Badia di Maiulano domina l'estremo lembo della Val Vibrata.
Avvolta nel verde dei pini, consuma nel silenzio la sua bellezza e disperde nel vento ricordi di un passato ricco di vita.
Il turista che volesse visitarla deve percorrere la Provinciale che da Corropoli sale verso Controguerra. Però quando avrà l'impressione di essere arrivato sulla sommità del Colle Maiulano, volgendo lo sguardo a destra, noterà un cancello in ferro battuto ed un alberato viale che porta ad un vasto piazzale.
Qui la Badia, maestoso edificio dalle linee architettoniche di indubbia influenza gotica, sembra nascondersi ad occhi indiscreti e, indisturbata, godersi la serenità di alberi secolari.
Una sbiadita lapide, antiesteticamente murata sulla sua artistica facciata, ci informa che "alla presenza dell'alto commissario della sanità pubblica e dell'igiene, circondato dalle autorità civili e religiose della provincia e da un popolo devoto e festante, S. Em. il cardinale Alfredo Ottaviani, da la mente eletta dal cuore di apostolo, il 17 aprile 1955 inaugurò questo meraviglioso Preventorio, frutto di tenace e illuminata opera degli amministratori provinciali per ridonare ai nostri fanciulli novelle energie, gioia serena, auspicio di lavoro fecondo per la prosperità de la Patria diletta."


Più a destra un portone, ingresso ordinario dell'edificio, ci introduce in un vano dominato da un artistico e monumentale scalone in travertino. 
Alle pareti tre lapidi marmoree captano la nostra attenzione e, in una prosa venata di poesia, sinteticamente ci narrano la storia della Badia:

1^ LAPIDE

Qui l'antichità pagana professò il culto
della romana dea Flora
per noi tardissimi eredi cristiani
quasi lontano auspicio della rifiorente salute
di piccole esistenze
a cui maternamente sorride
la stessa dolcezza di natura
di questi colli floridi e rigogliosi
sotto l'infinito azzurro del cielo
inarcato rea l'Appennino e l'Adriatico.

2^ LAPIDE

Questo insigne edificio
di ammirevole struttura architettonica
già cenobio abbaziale
dal cuore e dalla mente
di Gennaro Flaiani
fu volto ad accogliere bimbi
minacciati da morbo tubercolare
e sulle orme del benemerito precursore
Vittorino Tarquini
seguitò l'opera intrapresa
oggi divenuta cospicuo Preventorio
dotato di ogni moderno corredo
della scienza medica
che allo spirito di cristiana carità
apre le vie saluatari
per la difesa delle insediate vite nuove.

3^ LAPIDE

La fede di Cristo al tempio di falsa religione
qui sostituì la chiesa dedicata
a Santa Maria di Meiulano
alla misericordiosa Madre di Dio
piena di grazie e di grazie dispensiera
ag'infelici del mondo.

Il XVII aprile dell'anno MCMLV
nella inaugurazione
della rinnovata opera di scienza e di amore.


Non conosciamo l'anno esatto del "primo mattone" della Badia, ma gli storici concordano nel sostenere che fu posto prima dell'anno Mille da alcuni monaci benedettini della Badia di S. Pietro a Ferentillo (Diocesi di Spoleto) sul luogo dove si ergeva il tempio della dea Flora, in onore della quale venivano celebrate le "maggiolate" (da cui di fa derivare il nome "Maiulano"), feste floreali che si svolgevano nel mese di maggio e durante le quali bellissime fanciulle, vestite di bianco, danzando, salivano sul colle per depositare nel tempio della dea le primizie dei campi.
Sul luogo del tempio pagano i monaci, che si proponevano di ricatechizzare i popoli della vallata, costruirono una chiesa consacrata alla Madonna, come testimonia un distico che si leggeva nella chiesa stessa:
Quam bene nunc ubi Flora fuit stat mistica campi quae rosa quae flore protulit alma deum
... e che ai nostri giorni suonerebbe più o meno così:
Come bene si erge ora, dove prima c'era Flora, la mistica rosa del campo che, benefica, ha dato alla luce il Fiore che è Dio (Gesù Cristo).

La prima testimonianza scritta sulla Badia risale al 1018 ed è relativa alla donazione del territorio su cui sorgeva la Chiesa di Maiulano al Vescovo di Teramo.
E' questo il primo dei numerosi passaggi di proprietà che caratterizzano la millenaria storia della Badia.
I benedettini, accanto alla Chiesa, costruirono, anche il loro monastero e continuarono a prodigarsi per il bene spirituale e materiale dei popoli della vallata (i bisognosi si recavano al convento per ricevere la minestra che quotidianamente vi si distribuiva).
I monaci della Badia si distinsero per la loro straordinaria devozione per la Vergine che veneravano prostrandosi innanzi ad una statua lignea di stile bizantino, indicata col nome di "Madonna di Maiulano".


Secondo un'antica leggenda, questa statua, oggi conservata nella Chiesa Parrocchiale di Corropoli, era stata portata sul colle da Sant'Emidio, Vescovo di Ascoli Piceno.
Il culto della Vergine si diffuse tanto rapidamente e così profondamente che a tutti i penitenti, che avessero fatto qualcosa per aiutare la Chiesa di Santa Maria di Maiulano, veniva concessa un'indulgenza di 40 giorni.
Se non conosciamo l'anno preciso in cui il monastero corrpolese passa sotto la giurisdizione del Papa, sappiamo però che nel 1466 questi lo cede a Pietro de Consuetis, canonico di Atri, che ben presto rinuncia al suo possesso e restituisce il "dono" al Papa che lo passa al Vescovo di Teramo.
A questo punto le cose si son davvero complicate in quanto i Preposti di Corropoli vengono nominati dal Duca di Atri (feudatario di questo Comune), vengono investiti canonicamente dall'Abate di Ferentillo, ma dipendono giurisdizionalmente dal Vescovo-Principe di Teramo.
Alla fine del Quattrocento il problema della triplice compartecipazione alla gestione della Badia di Maiulano viene brillantemente risolto dal Duca di Atri che, alla prima vacanza della prepositura di Santa Maria di Maiulano, chiama i Celestini e ve li fa insediare.
Siamo nel 1497.
Questo "cambio di gestione" verrà ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa solo nel 1514 da Papa Leone X.
Con i Celestini l'ex monastero benedettino raggiunge il massimo splendore, grazie all'appoggio di alcuni potenti del tempo come Isabella Piccolomini, Dorotea Gonzaga  e il Papa Paolo V.
Nel 1616, nonostante le proteste del Vescovo di Teramo, i Celestini ottengono che il loro convento venga elevato all'onore di Badia e, di conseguenza, possono godere di un'indipendenza spirituale, economica e giuridica e possono avere in affitto perpetuo il Monastero di San Benedetto a Gabiano.
Le condizioni di questo singolare contratto vengono incise su una lapide di pietra, come ci testimoniano 2 frammenti di essa, rinvenuti nelle campagne tra Gabiano e Maiulano, e murati oggi nel vano d'ingresso della Badia.


Rafforzato e consolidato il loro potere i Celestini si preoccupano di rimodernare l'intero edificio. E' il mese di marzo 1673, come a stento si legge su due mattoni murati nella parete nord del monastero corropolese: "Mense Martii 1673".
Qualcuno ci potrebbe leggere: 1613.


Il chiostro e la torre conservano l'antico aspetto, ma il romanico della facciata viene modificato dall'innesto di architravi e finestre in stile gotico.
Lo zelo dei Celestini infonde nei popoli della vallata un forte ardore religioso che si manifesta quasi esclusivamente nei confronti della Madonna che, durante una virulenta peste bovina, aveva risparmiato gli animali dei contadini della zona.
Numerose sono le feste in onore della Vergine sulla spianata di fronte all'Abbazia. Esse servono a mantenere sempre viva la devozione verso la Madre Celeste. Questo stato di cose durerà fino al 1807, anno in cui entreranno in vigore le leggi napoleoniche sulla soppressione dei conventi che allontanano i Celestini dalla Badia di Maiulano.
Rimasto inizialmente disabitato, il monastero viene adibito ad uso militare, né poteva essere diversamente visto che la vallata, terra di confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, è una zona di stanziamento di eserciti.
Il maresciallo Pignatelli di Cerchiara utilizza l'Abbazia come quartier generale dell'esercito napoletano.
Più tardi il Maresciallo Micheroux vi emana gli ordini del giorno per le truppe accampate nella vallata.
Poi la Badia viene acquistata dal Principe di Piombino e ceduta in seguito a Nemesio Ricci che, nel 1912, la vende ad Angelo Di Monte.


L'edificio, dopo aver ospitato nel 1916-1917 dei profughi trentini e veneti, viene utilizzato nel primo dopoguerra per la bachicoltura... fino al 1935, quando Gennaro Flajani, cittadino corropolese e Preside dell'Amministrazione Provinciale, pensa di acquistare la Badia per destinarla ad un'opera di assistenza dell'infanzia.
Si comincia allora, nonostante gli inevitabili rallentamenti burocratici dovuti soprattutto a motivi economici, a trasformare gli antichi vani del monastero benedettino in ambienti rispondenti alle esigenze igienico-sanitarie di un moderno Preventorio.
I lavori stanno per essere completati quando scoppia la 2^ guerra mondiale e... la Badia torna ad avere una fruizione militare ospitando a più riprese un migliaio di internati politici.

Dipinto della Badia (1941) realizzato dall'internato sloveno Ljubo Ravnikar.

E' facile ipotizzare il danno inferto all'antica costruzione.
Finita la guerra, con grande sollecitudine ci si rimbocca le maniche e i lavori riprendono... così il 17 aprile 1955, alla presenza del Cardinale Alfredo Ottaviani, del Vescovo di Teramo Mons. Battistelli, del Presidente dell'Amministrazione Provinciale Vittorino Tarquini e di altre personalità politiche e religiose, la Badia viene ufficialmente inaugurata come Preventorio Antitubercolare... ma già dall'estate 1954 aveva assunto questa funzione ospitando un centinaio di bambini dai 6 ai 12 anni (predisposti alla tubercolosi o figli di tbc), affidati alle cure mediche del Dottor Gaetano D'Aristotile e alle cure sociali di 7 Suore Missionarie Francescane del Giglio.


L'antico chiostro della Badia, grazie a delle vetrate e a degli impianti di riscaldamento a termosifone, viene trasformato in giardino d'inverno; i vani al pianterreno vengono adibiti ad ambulatorio, gabinetto radiologico, aule scolastiche, refettorio, chiesa, cucine, direzione medica e Amministrazione.


Al piano superiore trovano posto 3 vasti e luminosi dormitori (150 posti letto) con adeguati servizi igienici, nonché gli appartamenti delle suore; nello scantinato vengono sistemate modernissime docce ad uso collettivo. Negli edifici circostanti, il reparto di isolamento e quello contumaciale, quello per la lavanderia e quello per la disinfezione.
Il salubre clima collinare e l'accogliente ambiente creato dalle suore svolgono una magnifica opera di salvaguardia dal punto di vista sanitario per i bambini ospitati nella Badia.
Tutto funziona in maniera egregia e perfetta finché non viene applicata la Legge sulla soppressione degli Enti inutili che decreta l'inattualità del Preventorio Antitubercolare e l'inizio del coma della Badia.
E' il 1980. Le suore abbandonano l'ex-monastero benedettino.
Dapprima timidamente, ma poi sempre più sfrontatamente i vandali si fanno avanti. Cominciano col razziare... il razziabile (posate, stoviglie, indumenti, coperte, scarpe, libri, ecc.); poi, immaginando chissà quali tesori nascosti... giù a sfondare muri, a forzare armadi chiusi, a togliere mattonelle, ecc..
Delusi, cominciano a sfogarsi sui vetri, sulle sedie, sui tavolini, sui rubinetti, sulle porte, sulle maniglie, su indumenti, su stoviglie (non degne di razzia). accendono fuoco, sporcano di grasso pareti e passamano, scrivono sulle pareti inni alla droga, defecano - da incredibili equilibristi - su sedie e tavoli, il tutto condito da pornoriviste a buon mercato.
Arriva il 1982. D'improvviso una speranza di salvezza per la Badia sulla via della fatiscenza. Grazie ai fondi della Comunità Europea nei locali della Badia si svolgerà un corso triennale di avviamento al lavoro per portatori di handicaps lievi.
L'incubo è finito.
Arrivano gli idraulici che rimettono a posto gli impianti di riscaldamento, gli imbianchini che ritinteggiano le pareti e riverniciano gli infissi, i vetrai che risistemano le vetrate del chiostro e dei giovani volenterosi che ripuliscono la Badia dai rovi e dalle piante selvatiche che cominciavano ad avvolgerla in un mortale abbraccio.
Si tira un sospiro di sollievo. I vandali, per le loro solitarie esibizioni, devono cercarsi un altro posto.
L'ala destra del pianterreno della Badia è quasi pronta ad accogliere i sui ospiti-corsisti quando questi vengono dirottati nell'edificio adiacente, già sede del Consultorio Familiare.
La Badia torna così ad essere una ghiotta preda.
I vandali si riaffacciano rapidamente.
Che gusto rompere vetrate nuove!
Che delizia imbrattare muri appena ritinteggiati!
Che gioia sporcare ambienti puliti!
Che pacchia quando non c'è nessuno che possa dirti qualcosa!.... Chi è, infatti, il proprietario della Badia?
Qualcuno afferma: "L'Amministrazione Provinciale!"
Ma questa si schermisce dicendo che è il Comune di Corropoli (a cui ha consegnato le chiavi) che ne è il padrone e deve preoccuparsi della sua conservazione.
Il Comune dice che non ha i soldi per rimettere a posto... la roba degli altri. Infatti sulla base delle Leggi della Riforma Sanitaria, la Badia, in quanto ex-Preventorio Antitubercolare, è considerata una struttura sanitaria e quindi deve essere gestita dalla ULSS di Sant'Omero.
Ma l'Unità Locale Socio Sanitaria santomerese non ha la minima intenzione di occuparsi della Badia corropolese quando deve finire un ospedale iniziato quasi vent'anni fa.
"Ci pensi l'Amministrazione Provinciale!"
"Se ne deve preoccupare il Comune di Corropoli!"
"No, ci pensi la ULSS di Sant'Omero!"
... e così, tra un palleggio e l'altro, ci pensano i vandali,
Che la Badia sia una struttura inutilizzabile non è proprio vero. E' bastato un po' d'olio di gomito di alcuni volenterosi e i locali dell'antica chiesa abbaziale hanno decorosamente ospitato spettacoli teatrali, concerti musicali e le rappresentazioni dei bambini delle elementari del Bivio.
Tutte queste manifestazioni non hanno minimamente rallentato o molestato l'azione demolitrice dei vandali e del tempo.
Arriva il 26 febbraio 1984. I corropolesi tirano un sospiro di sollievo: appare un manifesto che annuncia l'inserimento della Badia nel Piano Sanitario adottato dalla Giunta Regionale d'Abruzzo, ovvero che essa sarà adibita a Centro Residenziale per Anziani.
Il Circolo Culturale "A. Borgognoni", per meglio sensibilizzare l'opinione pubblica ai problemi dell'ex-monastero corropolese, tre mesi dopo organizza il convegno "La Badia verso il millennio", invitando le più grosse e potenti personalitità politiche. Partecipano in molti: Antonio Tancredi (Deputato al Parlamento), Egidio Marinaro (Presidente del Consiglio Regionale), Giuliana Valente (Vice Presidente), Gaetano D'Annuntiis (Assessore Regionale Enti Locali), Ugo Crescenzi (Assessore Regionale Promozione Culturale), Primo Viscioni (Sindaco di Corropoli), Altobrando Chiarini (Presidente della ULSS di Sant'Omero), Abramo Di Salvatore (Assessore Provinciale), ecc. e, a sorpresa, l'Onorevole Remo Gaspari, Ministro della Funzione Pubblica.
Gli organizzatori sono soddisfatti... Tra i convenuti c'è infatti qualcuno che afferma di aver salvato palazzi in condizioni peggiori della Badia, c'è chi coglie l'occasione per sbandierare la sua provata sensibilità verso opere architettoniche di indubbio pregio (qual è la Badia), c'è chi promette che dal giorno dopo si sarebbe dato da fare per salvarla.
Nel pomeriggio del 26 maggio 1984 dunque la Val Vibrata viene lentamente sommersa dalla "disponibilità" degli uomini politici abruzzesi.
LA BADIA E' SALVA !!!!
... purtroppo a più di un anno di distanza NIENTE è stato fatto, per cui gentile lettore o lettrice, adesso dovrei condurti all'interno della Badia, presentarti i suoi ampi saloni, il chiostro, la torre quadrata, la cappella delle suore... ma come ignorare la polvere, le foglie secche, gli escrementi, i vetri rotti, gli infissi divelti, le ceneri di fuochi spenti, i calcinacci, le pornoriviste su cui bisogna camminare ad ogni passo?
No, non posso. Mi si lacera il cuore.
Se hai un po' di fantasia puoi farlo tu, immaginandola però - te lo consiglio - in tempi in cui la Badia risuonava dei canti mistici dei monaci o delle risate argentine dei fanciulli del Preventorio.
A me, misero osservatore di questo "civile" mondo moderno, non resta che chiudere con i versi di una canzone di Francesco Guccini:

Ma che piccola storia ignobile che mi tocca raccontare
così solita e banale come tante
che non merita nemmeno due colonne sul giornale
o una musica o parole un po' rimate
che non merita l'attenzione della gente
quante cose più importanti hanno da fare
.....
e i politici han ben altro a cui pensare.


ULTIMO CAPITOLO

E' solamente nel 1990 che i lavori di risistemazione della Badia iniziano.
Una volta risistemata la Badia diventa il centro di tante iniziative: convegni, concerti, sfilate di moda, cene medioevali, spettacoli teatrali e musicali, tombolate, pranzi sociali, nonché Uffici comunali... (per permettere il restauro del palazzo di Piazza Pie' di Corte). Una bella struttura è a disposizione dei corropolesi.
Nel 2006 arriva la grande occasione: la Badia diventa la sede di un Liceo aeronautico. Che vuoi di più?
La scuola parte a razzo. Gli iscritti aumentano di anno in anno. La Badia è più che mai piena di vita.
Anche l'edificio staccato (una volta adibito a scuola elementare dei bambini) si ripopola. Diventa convitto: ospita i liceali che - per la distanza dal luogo di residenza - devono pernottare.
Inizia il secondo decennio del nuovo millennio e qualcosa s'inceppa tra i tre soci della scuola (prof Di Giminiani, Comune, Banca Piceno Truentina).
Il prof Di Giminiani, ideatore della scuola, esce dal gruppo e gli alunni cominciano a diminuire. Dalle 11 classi si va via via scendendo fino ad arrivare ad un Liceo con neanche 30 alunni. La scuola viene chiusa.
Come se non bastasse il Tribunale sentenzia che la Badia è di proprietà della ASL teramana. Il Comune di Corropoli che - si pensa - vi abbia investito un bel po' di soldini si ritrova senza Liceo e senza Badia.
Il Comune non ha più le chiavi della Badia, ma la ASL non sembra molto interessata alla struttura, visto che l'ha inserita tra i beni alienabili.
Probabile scenario futuro: qualche magnate l'acquisterà... e sarebbe la soluzione migliore. Altrimenti la Badia tornerebbe ad un passato recente.
Tra il menefreghismo dei nostri governanti, la Badia tornerà ad accogliere nuovamente orde di vandali che, insieme al fattore tempo, la distruggeranno.


1 commento:

  1. Sto ritraducendo: quae rosa quae flora protulit alma deum perchè la rosa è il simbolo dell'anima che si protende verso il divino. C'è da aggiungere tutta la storia del principe massone di Piombino riportata da Emilio Tonelli. Fece abbattere il campanile, rimase a metà perchè in seguito alle maledizioni, morì. Trasformò i rosoni della facciata della chiesa con i triangoli massoni, ecc. Michele Ferrante

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