Lo chiamavamo tutti Orazio (un uomo buono, gentile, sempre allegro, solare, disponibile...) ma per l'anagrafe era Pancrazio Foschi.
Come tanti giovani corropolesi, nel dopoguerra decise di lasciare il suo paese natio (a cui teneva tanto) e di emigrare in Venezuela.
A Caracas esercitò l'attività di barbiere e, dopo un ventennio circa, rientrò definitivamente a Corropoli, continuando a fare barba e capelli in una posizione, potremmo dire, privilegiata: sotto le logge del Palazzo Comunale.
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