La pandemia è riuscita a distruggere anche la festa di Sant'Antonio (17 gennaio).
La festa, che si teneva nella modesta e ben tenuta chiesetta di Santa Scolastica, nonostante il freddo pungente di questo periodo, richiamava un consistente numero di fedeli.
Grazie a vecchie foto (del 2018) possiamo rivivere almeno spiritualmente l'evento religioso.
La festa, che si teneva nella modesta e ben tenuta chiesetta di Santa Scolastica, nonostante il freddo pungente di questo periodo, richiamava un consistente numero di fedeli.
Grazie a vecchie foto (del 2018) possiamo rivivere almeno spiritualmente l'evento religioso.
La festa di Sant'Antonio iniziava con l'accensione della grande "fochera" e la benedizione del fuoco da parte del parroco (nella foto don Ennio Di Giovanni).
Poi venivano benedetti gli animali domestici (prevalentemente cani, ma nelle edizioni più recenti non sono mancati caprette e felini).
Poi venivano benedetti gli animali domestici (prevalentemente cani, ma nelle edizioni più recenti non sono mancati caprette e felini).
"Dulcis in fundo" arrivavano i tarallucci. In qualche edizione sono state benedette le roccette (dolce preparato esclusivamente per questa festa).
A questo punto c'era la celebrazione della messa, seguita da una breve processione con la statua del Santo (senza spari e fuochi d'artificio!!!)
Al termine dei riti religiosi Luciano Falò, accompagnato da un suonatore di ddu bott', intonava i tradizionali canti legati alla figura di Sant'Antonio Abate...
...mentre i presenti gustavano tarallucci innaffiati da vin brulé.
Carmine Di Matteo
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