Come ci si divertiva una volta.
Al Bivio di Corropoli non c'era niente e si aspettava la fine della mietitura per avere spazio dove svolgere giochi di gruppi. Non c'era prato, ma c'erano stoppie e fantasia.
Da un'idea di Maria e Elsa Di Giovanni (madre e zia di Maurizio Di Renzo) nacquero "Giochi senza quartiere" sul modello di "Giochi senza frontiere".
Con semplici oggetti facilmente reperibili venivano inventati giochi: un libro serviva a fare il percorso dell'indossatore (bisognava camminare tenendo il libro sulla testa).
Non si vinceva niente, se non la gloria d'aver vinto e la gioia di aver trascorso un pomeriggio diverso.
Eravamo pressappoco a metà degli anni '80 e, senza conoscere il termine inclusione, i giochi erano inclusivi.
La squadra della foto, capitanata da "Maurizio" Anastasio Di Renzo (il più alto), era composta da Tiziana Bartolone, Simona Gallieni, (in prima fila) Mariano Pantoli, Monica Bartolone e Adriano D'Ambrosio.
Al Bivio di Corropoli non c'era niente e si aspettava la fine della mietitura per avere spazio dove svolgere giochi di gruppi. Non c'era prato, ma c'erano stoppie e fantasia.
Da un'idea di Maria e Elsa Di Giovanni (madre e zia di Maurizio Di Renzo) nacquero "Giochi senza quartiere" sul modello di "Giochi senza frontiere".
Con semplici oggetti facilmente reperibili venivano inventati giochi: un libro serviva a fare il percorso dell'indossatore (bisognava camminare tenendo il libro sulla testa).
Non si vinceva niente, se non la gloria d'aver vinto e la gioia di aver trascorso un pomeriggio diverso.
Eravamo pressappoco a metà degli anni '80 e, senza conoscere il termine inclusione, i giochi erano inclusivi.
La squadra della foto, capitanata da "Maurizio" Anastasio Di Renzo (il più alto), era composta da Tiziana Bartolone, Simona Gallieni, (in prima fila) Mariano Pantoli, Monica Bartolone e Adriano D'Ambrosio.
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