Pregevoli affreschi settecenteschi sono andati definitivamente perduti.
A noi restano solo delle foto...
Gli affreschi decoravano le pareti della chiesa (dedicata a Sant'Antonio Abate) annessa all'ex convento di Santa Maria degli Angeli in zona Montagnola.
Essi erano in buono stato di conservazione, ma nel 1967 il suo tetto fu ritenuto pericolante e dei tecnici pensarono bene di risolvere il problema del tetto abbattendolo con tutto il campanile a vela che potete vedere nella foto sottostante.
A noi restano solo delle foto...
Gli affreschi decoravano le pareti della chiesa (dedicata a Sant'Antonio Abate) annessa all'ex convento di Santa Maria degli Angeli in zona Montagnola.
Essi erano in buono stato di conservazione, ma nel 1967 il suo tetto fu ritenuto pericolante e dei tecnici pensarono bene di risolvere il problema del tetto abbattendolo con tutto il campanile a vela che potete vedere nella foto sottostante.
Gli affreschi rimasero per decenni esposti alle intemperie sbiadendosi sempre più.
Nel 1996, di fronte al pessimo stato di conservazione della chiesa, la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali d'Abruzzo pensò per salvaguardare le opere d'arte rimanenti con un tetto formato da lamiere zincate ondulate.
In seguito all'acquisto da parte di Camillo Montori di tutto il complesso architettonico, nel 2002 si iniziò a ridare alla chiesa una sistemazione degna su progetto dell'ingegner Ernesto Foschi e dell'architetto Riccardo Rosati.
Il tetto fu rifatto "come Dio comanda", la facciata fu intonacata, mentre sul lato strada per Nereto furono riportati alla luce gli antichi mattoni.
Nel 1996, di fronte al pessimo stato di conservazione della chiesa, la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali d'Abruzzo pensò per salvaguardare le opere d'arte rimanenti con un tetto formato da lamiere zincate ondulate.
In seguito all'acquisto da parte di Camillo Montori di tutto il complesso architettonico, nel 2002 si iniziò a ridare alla chiesa una sistemazione degna su progetto dell'ingegner Ernesto Foschi e dell'architetto Riccardo Rosati.
Il tetto fu rifatto "come Dio comanda", la facciata fu intonacata, mentre sul lato strada per Nereto furono riportati alla luce gli antichi mattoni.
Completarono l'opera nuovi infissi (restaurati dove possibile) e nuovo portone. Fu rifatto il campanile a vela e sistemati nuovi canali di scolo e pluviali.
L'edificio sacro riacquistò dignità tanto che per le giornate FAI di primavera 2018 venne segnalato come luogo degno di essere visitato.
L'edificio sacro riacquistò dignità tanto che per le giornate FAI di primavera 2018 venne segnalato come luogo degno di essere visitato.
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