Nella foto il Vibrata oggi, ma per immaginare il Vibrata di un secolo fa dobbiamo leggere....
...il libro del Prof. B. De Berardinis "La valle del Vibrata nella storia e nell'arte", stampato a Teramo nel 1908.
Di questo testo riportiamo l'incipit del Capitolo I - Aspetto geografico della valle del Vibrata.
Dalla montagna dei Fiori che, simile ad una gigantesca piramide, s'innalza a breve distanza da Teramo e da Ascoli Piceno, scende con dolce pendio fino al mare Adriatico una splendida e feracissima valle percorsa da cima a fondo dalla Vibrata o Ubrata, come si dice volgarmente e come chiamavasi nei bassi tempi l'antico Helvinum di Plinio.
E' la Vibrata un fiumicello che scorre fra il Tronto e il Salino, e sbocca nel mare a nord di Giulianova, anticamente Castrum Novum. Scaturisce da varii punti della pendice del Monte Fiore, e precisamente dal colle Appeso, all'altitudine di metri 1350.
Si dirige verso nord-est con andamento piuttosto rettilineo, e dopo breve percorso, nella vicina provincia di Ascoli, cambia direzione e piega a levante, per raggiungere quasi subito S. Egidio alla Vibrata. Quivi assume un andamento piuttosto tortuoso, e dopo aver bagnato a destra il territorio di S. Egidio, Sant'Omero e Tortoreto, a sinistra quello di Ancarano, Torano Nuovo, Nereto, Corropoli e Colonnella, con direzione dominante in principio est-sud, poi est, infine nord-est, si getta nell'Adriatico a 6200 metri a mezzogiorno dalla foce del Tronto.
Di questo testo riportiamo l'incipit del Capitolo I - Aspetto geografico della valle del Vibrata.
Dalla montagna dei Fiori che, simile ad una gigantesca piramide, s'innalza a breve distanza da Teramo e da Ascoli Piceno, scende con dolce pendio fino al mare Adriatico una splendida e feracissima valle percorsa da cima a fondo dalla Vibrata o Ubrata, come si dice volgarmente e come chiamavasi nei bassi tempi l'antico Helvinum di Plinio.
E' la Vibrata un fiumicello che scorre fra il Tronto e il Salino, e sbocca nel mare a nord di Giulianova, anticamente Castrum Novum. Scaturisce da varii punti della pendice del Monte Fiore, e precisamente dal colle Appeso, all'altitudine di metri 1350.
Si dirige verso nord-est con andamento piuttosto rettilineo, e dopo breve percorso, nella vicina provincia di Ascoli, cambia direzione e piega a levante, per raggiungere quasi subito S. Egidio alla Vibrata. Quivi assume un andamento piuttosto tortuoso, e dopo aver bagnato a destra il territorio di S. Egidio, Sant'Omero e Tortoreto, a sinistra quello di Ancarano, Torano Nuovo, Nereto, Corropoli e Colonnella, con direzione dominante in principio est-sud, poi est, infine nord-est, si getta nell'Adriatico a 6200 metri a mezzogiorno dalla foce del Tronto.
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