Il 22 agosto 2019, al cineteatro corropolese è stato presentato il libro "L'ozio coatto" di Giuseppe Lorentini, dove si ricorda che in Abruzzo, durante la 2^ guerra mondiale 1940-1943, furono attivi diversi campi di concentramento, tra cui quello di Corropoli.
Tutto il materiale recuperato, relativo a questa terribile esperienza, è stato raccolto in una mostra storico-documentaria sistemata nel Castello Ducale di Casoli (Chieti).
Anche Corropoli ebbe il suo campo di concentramento (ubicato nella Badia), da non confondere con i campi di sterminio nazisti. I campi di concentramento fascisti erano luoghi circoscritti all'interno dei quali gli internati (di solito persone straniere, ritenute pericolose) non avevano possibilità di uscire.
Tutto il materiale recuperato, relativo a questa terribile esperienza, è stato raccolto in una mostra storico-documentaria sistemata nel Castello Ducale di Casoli (Chieti).
Anche Corropoli ebbe il suo campo di concentramento (ubicato nella Badia), da non confondere con i campi di sterminio nazisti. I campi di concentramento fascisti erano luoghi circoscritti all'interno dei quali gli internati (di solito persone straniere, ritenute pericolose) non avevano possibilità di uscire.
Da testimonianze raccolte è doveroso dire che il campo della Badia non fu un vero campo di concentramento, ma un campo di internamento libero.
Leggete questa storia: i figli dei testimoni diretti sono viventi.
Nessun commento:
Posta un commento
Se avete qualcosa da esporre servirsi della mail:
umbertopompilii@hotmail.it
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.