Il 27 maggio 2020 ci lasciava Lucio Di Matteo, un uomo nobile d'animo, dedito quasi esclusivamente alla famiglia e al lavoro in campagna.
Nato in una famiglia contadina nel 1926, Lucio Di Matteo ha condiviso con il fratello Pietro il lavoro dei campi.
Orgoglioso della sua famiglia stravedeva per la figlia Agnese Carla, proteggendola come il più prezioso dei suoi gioielli.
Oltre all'agricoltura e alla famiglia, Lucio coltivava un'altra passione: quella della politica: non quella del mondo di oggi, ma quella della partecipazione per esporre i problemi sociali della sua contrada: Ravigliano.
E i corropolesi l'hanno voluto in Consiglio Comunale.
Nato in una famiglia contadina nel 1926, Lucio Di Matteo ha condiviso con il fratello Pietro il lavoro dei campi.
Orgoglioso della sua famiglia stravedeva per la figlia Agnese Carla, proteggendola come il più prezioso dei suoi gioielli.
E i corropolesi l'hanno voluto in Consiglio Comunale.
Presumibilmente questa foto è stata scattata dopo un Consiglio Comunale o dopo una cerimonia.
Dovremmo essere nell'anno 1964 o 1965, anni in cui l'uomo coi baffetti, Ettore Fabbiani, al centro della foto con le mani che quasi si toccano, è stato Sindaco.
Dovremmo essere nell'anno 1964 o 1965, anni in cui l'uomo coi baffetti, Ettore Fabbiani, al centro della foto con le mani che quasi si toccano, è stato Sindaco.
Da sinistra troviamo Gerardo Ricci, Lucio Di Matteo, Adelmo Pelliccioni, Sante Ruggeri, Ettore Fabbiani (sindaco di allora), Donato Maddalena (segretario comunale), poi Natucc' d' Vrusciò al secolo Donato Ferrante; seguono Nicola Vallese e il maresciallo Giulio Simonetti.
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