Nella foto quello che resta del mulino ad acqua dei Ferrante a Corropoli vicino al Vibrata.
Il piano inferiore era adibito a mulino e a magazzino. Il piano superiore era l'abitazione della famiglia del proprietario.
Gli ex mulini ad acqua sono ubicati nella zona dell'aereosuperficie del Bivio di Corropoli.
Il piano inferiore era adibito a mulino e a magazzino. Il piano superiore era l'abitazione della famiglia del proprietario.
All'interno del mulino è possibile osservare i resti della macina.
Poco più a monte esisteva un altro mulino, però più piccolo. Di esso restano le pareti laterali. Il tetto è in gran parte crollato. Il locale è stato recuperato dalle famiglie contadine della zona e trasformato in rimessa. All'interno si notano "nu carr'ttucc'" e una ruota del classico carro agricolo.
Questi 2 mulini ad acqua furono costruiti dai Partenope nei primi anni del 1800 su terreni di proprietà dei monaci Celestini della Badia. La contrada in cui sorgono veniva chiamata Mindoli.
L'ultima gestione di questi 2 mulini è stata quella della famiglia Ferrante (Ur'sciò). I mulini hanno funzionato fino agli anni '50 del Novecento. Nel mulino più piccolo si macinava il grano con la cui farina si faceva poi il pane. In quello più grande venivano macinati i cereali per l'alimentazione degli animali domestici.
L'acqua prelevata dal Vibrata arrivava attraverso una forma (corso d'acqua artificiale).
Abbiamo raccolto testimonianza che la piccola della famiglia Ur'sciò, Natalina Ferrante, era caduta nel corso d'aqua ed era arrivata nei pressi dalla ruota del mulino, quando Gaetano D'Annutiis, allertato da Lilia Zavarelli (clienti del mulino), riuscì a salvare la bambina.
Poco più a monte esisteva un altro mulino, però più piccolo. Di esso restano le pareti laterali. Il tetto è in gran parte crollato. Il locale è stato recuperato dalle famiglie contadine della zona e trasformato in rimessa. All'interno si notano "nu carr'ttucc'" e una ruota del classico carro agricolo.
Questi 2 mulini ad acqua furono costruiti dai Partenope nei primi anni del 1800 su terreni di proprietà dei monaci Celestini della Badia. La contrada in cui sorgono veniva chiamata Mindoli.
L'ultima gestione di questi 2 mulini è stata quella della famiglia Ferrante (Ur'sciò). I mulini hanno funzionato fino agli anni '50 del Novecento. Nel mulino più piccolo si macinava il grano con la cui farina si faceva poi il pane. In quello più grande venivano macinati i cereali per l'alimentazione degli animali domestici.
L'acqua prelevata dal Vibrata arrivava attraverso una forma (corso d'acqua artificiale).
Abbiamo raccolto testimonianza che la piccola della famiglia Ur'sciò, Natalina Ferrante, era caduta nel corso d'aqua ed era arrivata nei pressi dalla ruota del mulino, quando Gaetano D'Annutiis, allertato da Lilia Zavarelli (clienti del mulino), riuscì a salvare la bambina.
Michele Ferrante
Il prof. Galiffa Francesco di Nereto ci ha inviato un'ottocentesca piantina del corso del Vibrata (tracciato celestino) e del percorso in rosso della forma (fiumiciattolo artificiale) che prendeva l'acqua del Vibrata (punto C), si arricchiva dell'acqua di una sorgente (punto B) ed andava a muovere le pale del mulino (punto A), per poi riversarsi nel Vibrata.
Il prof ci allega un suo articolo sulla storia di questo mulino pubblicata su Frammenti di dicembre 2011.
Il prof ci allega un suo articolo sulla storia di questo mulino pubblicata su Frammenti di dicembre 2011.
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