Entrando nella chiesa di Sant'Agnese a Corropoli, nella prima nicchia a sinistra troviamo questa statua: è quella della Madonna delle Grazie di cui molti corropolesi ignorano l'esistenza.
Eppure durante il fascismo veniva portata in processione.
Il secondo miracolo attribuito alla Madonna del Sabato Santo non solo fa dimenticare l'esistenza del simulacro della Madonna delle Grazie, ma fa passare in secondo piano anche la festa della Santa Patrona di Corropoli: Sant'Agnese.
Riportiamo la scheda tecnica, redatta da Michele Maria Sagona, relativa alla statua in questione.
"Madonna delle Grazie" - anonimo - XV/XVI sec. - terracotta policroma Chiesa di Sant'Agnese o Santuario della Madonna del Sabato Santo - Corropoli (TE)
Eppure durante il fascismo veniva portata in processione.
Il secondo miracolo attribuito alla Madonna del Sabato Santo non solo fa dimenticare l'esistenza del simulacro della Madonna delle Grazie, ma fa passare in secondo piano anche la festa della Santa Patrona di Corropoli: Sant'Agnese.
Riportiamo la scheda tecnica, redatta da Michele Maria Sagona, relativa alla statua in questione.
"Madonna delle Grazie" - anonimo - XV/XVI sec. - terracotta policroma Chiesa di Sant'Agnese o Santuario della Madonna del Sabato Santo - Corropoli (TE)
La Madonna, seduta, nella tradizionale veste rossa coperta in massima parte dal manto colore oro (segno di regalità) che le scende libero sulle spalle, accenna un leggero movimento del capo inclinato in avanti e nelle mani giunte, in preghiera, che si sfiorano.
Il viso è velato di tristezza, lo sguardo composto e assorto sulla figura del Bambino, in cartapesta, vestito con una tunichetta, appoggiato sulle sue gambe in uno spazio formato e messo in evidenza dalle pieghe, a onda del panneggio. guarda verso la Madre e leva il braccio destro a benedire mentre la sinistra è lungo il corpo.
L'opera, ispirata allo stile di Silvestro dall'Aquila, ha affinità nelle pieghe del mantello sul capo con quella di Teramo, le mani non proporzionate al resto della scultura.
Il viso è velato di tristezza, lo sguardo composto e assorto sulla figura del Bambino, in cartapesta, vestito con una tunichetta, appoggiato sulle sue gambe in uno spazio formato e messo in evidenza dalle pieghe, a onda del panneggio. guarda verso la Madre e leva il braccio destro a benedire mentre la sinistra è lungo il corpo.
L'opera, ispirata allo stile di Silvestro dall'Aquila, ha affinità nelle pieghe del mantello sul capo con quella di Teramo, le mani non proporzionate al resto della scultura.
Michele Maria Sagona
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