🔘 Questo blog celebra il Dantedì con una poesia in stile dantesco che racconta una vicenda corropolese: LA DI VINO COMMEDIA.
Questo prezioso gioiello poetico nasce dalla penna, dalla mente e dal cuore di Franco Regi, maestro elementare nativo di Civitella del Tronto (Piano Risteccio).
Oggi, pur vivendo a Cupra Marittima, Franco non ha dimenticato l'atmosfera vibratiana.
Troppo forti i ricordi legati a Villa Rosa (dove ha insegnato) e troppo sentito il rapporto affettivo con il collega Guido Rosati, a cui è dedicato il gioiello poetico.
Troppo forti i ricordi legati a Villa Rosa (dove ha insegnato) e troppo sentito il rapporto affettivo con il collega Guido Rosati, a cui è dedicato il gioiello poetico.
LA DI VINO COMMEDIA
Nel mezzo del cammin di nostra vita,quando ver’ la discesa move il giro,
con la mente confusa et impazzita,
mi ritrovai, per sogno o per deliro,
in un loco selvaggio et aspro e forte
che somigliava a Piazza Pie’ di Corte.
Quivi molti diavoli assembrati
all’opra si trovavano, et intenti
a ragunare l’alme de’ dannati
per sottoporli a orribili tormenti;
E tai parole v’erano stampate:
“Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate!”.
E v’eran damigelle e cavalieri,
politici di tutti li colori
e persone di tutti li mestieri,
ploranti tra le fiamme, et altri orrori,
ma fra i tormentatori più spietati,
non v’eran neri o rossi, ma… Rosati!
Uno gridava: “Io sono il capo, io… Guido
tutti all’assalto in questa ria battaglia,
de lo vostro dolore me ne rido,
avanti! Al foco, perfida canaglia!
Et voialtri, poeti da strapazzo
(qui non posso ripetere la rima!)”
Si’ dicendo, aizzava le sue schiere
che infilzassero in un’unica inforcata
per lanciarli in quelle fiamme fiere
tutti i poeti della Val Vibrata!
E i musicanti, ché il brucior li scuote,
quivi comincian le dolenti note!
Ma all’improvviso vidi una gran face,
e una torma accorreva, tutta armata
di fiaschi pieni e che gridava: “Pace!
Portiamo i vini della Val Vibrata,
son così gustosi e così forti
da far resuscitar perfino i morti!”
Sentendo tal notizia, ginocchioni
cademmo noi, de la salvezza certi;
e i diavoli buttarono i forconi,
essendo anch’essi bevitori esperti;
brindammo insieme, e volle il buon destino
che si finisse a tarallucci e vino.
(applausi)
“Sentendo questo battito di mani,
ecco, mi desto, e parmi di vedere
d’esser ritornato tra gli umani
e di parlare a voi con gran piacere:
siamo stati in allegra compagnia,
perciò vi abbraccio tutti, e così sia!”
Questa poesia fu letta ed applaudita il 10 giugno 2007, presso l’agriturismo “il Grillo”, in un convivio poetico organizzato dall'Associazione "Non solo Cultura".
Nessun commento:
Posta un commento
Se avete qualcosa da esporre servirsi della mail:
umbertopompilii@hotmail.it
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.